Dolce come il miele

Ovvero: quando il miele ti dà una mano in laboratorio, e non stiamo parlando di merenda!

Antefatto

Stiamo preparando una “mini” torre di test. A che serve? A provare, sperimentare, esercitarsi con procedure e strumenti. A impiccià, come si direbbe a Roma. Aggeggiare (come invece direbbe la Crusca) non si può fare con gli strumenti finali, che costano quello che costano e che non ammettono errori. Perciò ci occorrono dei modellini, cioè dei componenti che simulino alcuni dei dispositivi finali e che ci permettano di giocare un pò, senza troppa paura di fare danni. La lista della spesa è in lavorazione… ma di sicuro ci servirà uno specchio piano per simulare M4.

Una possibilità, di bassissimo costo e veloce reperibilità, è il vetro da finestra. Quello che si può comprare dal vetraio, per intendersi. C’è solo un requisito da soddisfare: la superficie del vetro deve essere abbastanza piatta da essere vista con un interferometro. Considerando che il costo sarebbe di poche decine di euro, tanto vale provare. Ci facciamo dare un campione e lo proviamo. Il problema è che il vetro da finestra è appunto un pezzo di finestra, cioè trasparente. La misura interferometrica di un vetro trasparente è resa complessa dal fatto che entrambe le superfici del vetro riflettono il laser dell’interferometro, ed è difficile separare i due insiemi di frange.

Ora, c’è un fatto interessante: lo scrivente è convinto che qualcuno gli abbia detto, in anni passati, che spalmando del miele sulla superficie posteriore del vetro, il riflesso di quest’ultima sparisce. Tutti i colleghi, interrogati sul fatto, negano ogni coinvolgimento. Eppure questo fatto è troppo assurdo per essere semplicemente una fantasia… Tanto vale provare.

Solo miele biologico per i nostri test, e rigorosamente a Km 0 o quasi… ed ecco il risultato!

Ecco il nostro vetro di test dopo la spalmatura
Ed ecco il setup con l’interferometro (a sinistra) e uno specchio a 45° per illuminare il vetro di test.

Il risultato

Il risultato è nell’immagine qui sotto. Cosa ci vediamo? Un cerchio, che è l’area di vetro misurata dall’interferometro. Sul lato sinistro ci sono delle frange chiare e scure, verticali. Sono il segnale interferometrico della variazione di spessore del vetro, cioè della differenza di forma tra le due superfici. Le vediamo perchè la superficie posteriore del vetro riflette il laser dell’interferometro. Il lato destro invece non mostra frange. Questo succede proprio perchè il miele fa sì che il laser esca dal vetro senza essere riflesso. La faccia anteriore non produce frange di interferenza perchè il sistema non è allineato. Ma è stato sufficiente allineare il vetro per vedere le frange dalla prima faccia e fare la misura.

Surface error [m] misurato su un cerchio di 100 mm di diametro.